mercoledì 25 settembre 2013

La Casina delle Civette

Il primo nucleo della Casina delle Civette fu progettato nel 1840 dall’architetto Giuseppe Jappelli su commissione del principe Alessandro Torlonia. Si trattava di uno chalet appartato, una rustica capanna isolata, collocata in mezzo a un bosco che doveva ricreare l’ambiente della foresta.
Quando, nel 1901, la Villla fu ereditata da Giovanni Torlonia la capanna fu trasformata per diventare la residenza del nuovo principe.
Tra il 1908 e il 1914 l’edificio fu ampliato e arricchito di architetture medievaleggianti che le portarono il nome di Villaggio medioevale.
Nella ristrutturazione anche gli interni furono molto curati, trasformando la capanna in un'elegante dimora signorile. Le pareti furono rivestite di stoffe pregiate e arricchite di dettagli preziosi come gli originali stucchi.
Tra il 1917 e il 1920 altri cambiamenti furono portati dall’architetto Vincenzo Fasolo che col suo intervento dette l’aspetto liberty che si aggiunse ad arricchire la costruzione.
Il "chiodo"
In questi anni il nome della casa cambiò in Casina delle Civette per la presenza, nei decori, nelle stoffe, negli stucchi e in altri oggetti di arredo, addirittura negli intarsi dei mobili,  della figura di questo animale.
Si sa del principe Torlonia che era un personaggio originale, gran mecenate dell’architettura, schivo fino alla misantropia.
Egli scelse questa casa appartata come sua dimora e la decorò ripetendo ovunque l'immagine della civetta, simbolo di solitudine e di sapienza. Il motto del principe si ritrova ancora oggi scolpito sulla pietra della costruzione, era Sapienza e Solitudine e questo dice molto sul suo stile di vita.
Vetrata delle Civette
Sappiamo che il principe Torlonia visse qui, senza sposarsi, circondato dalla servitù e dai pochissimi amici.
Dopo la sua morte, nel 1939, la casina fu abitata dalla servitù per qualche anno, poi arrivò, nel 1944  l’occupazione del contingente militare anglo-americano che durò fino al 1947. Circa mille soldati vissero qui provocando danni ingenti alla casa.
Camera da letto
Quando, nel 1962, la Casina delle Civette fu comprata dal Comune di Roma molte delle originali vetrate erano rovinate, furono rimosse e immagazzinate in attesa di restauro. I lavori sono durati dal 1993 al 1997, le vetrate sono state ricostruite e quelle troppo sciupate sono state rifatte con l'aiuto dei disegni originali.
Le vetrate, realizzate tra il 1908 e il 1930, sono opera del laboratorio di Cesare Picchiarini, detto Mastro Picchio. Nessuna abitazione ne possiede così begli esempi e per questo motivo l’edificio, dopo il restauro, è stato destinato ad essere il Museo della Vetrata storica.
Le vetrate che c’erano ai tempi del principe si trovano collocate nella loro posizione originaria, mentre quelle che sono state aggiunte in seguito sono collocate su strutture di legno.
Una ventina sono le stanze del museo, chiamate con nomi che testimoniano l’originalità e la fantasia del principe Torlonia.
Salottino dei satiri
La stanza del chiodo. Questo era lo studio del principe. E’ chiamata così dalla bella vetrata, del 1914, con disegni di uva, pampini e tralci, a cui è stata data la forma di testa di chiodo.
La stanza delle Civette. Qui si trova la grande vetrata a tre ante che raffigura le civette.
Il salottino delle 24 ore. Era il salottino privato del principe. Sul soffitto ai tempi di Giovanni Torlonia era dipinto Il volo delle 24 ore, dove le ore erano rappresentate da 24 ragazze che con la loro danza alludevano al passare del tempo, mentre l’araba fenice, ripetuta alla base del dipinto, alludeva all’eternità. Il messaggio che racchiudeva l'affresco era la permanenza eterna della casata dei Torlonia al passare del tempo.
La scala
La camera da letto del principe. Oggi la stanza è piuttosto spoglia, ma al tempo in cui viveva il principe era un ambiente davvero particolare, ricco di mobili è suppellettili decorati con civette. Le civette erano raffigurate ovunque, addirittura la carta da parati riportava il disegno di civette stilizzate.
L’unica decorazione rimasta oggi è  un "girotondo" di pipistrelli che si trova sul soffitto dove è raffigurata la volta stellata.Il tema del cielo stellato è comune a molte Ville aristocratiche.Nel Rinascimento spesso sul soffitto veniva affrescato l’oroscopo del padrone di casa, quasi ad affermare che il suo successo era già scritto nella costellazione della sua nascita.
I pavoni
Il salottino dei Satiri. Questo era un piccolo rifugio, una stanza ricavata sulla sommità del cupolino ottagonale. Tutt'intorno alle pareti si trovavano sedili di legno. Il nome alla stanza è dato dalla decorazione in stucco di figure di piccoli satiri sul bordo del lucernario.
La scala. Deliziosa. Conduce, scendendo al pian terreno, all’esterno dell’edificio. Nelle sue vetrate sono raffigurate le quattro stagioni.
La stanza dei ciclamini. Qui si trova una delle vetrate più famose della Casina, I Pavoni del 1912, una grande prova di perizia tecnica nell’uso di vetri sfumati, tasselli vitrei molto piccoli, cabochons e gemme.
La Casina delle civette fa parte dei musei di Villa Torlonia, Via Nomentana 70.
Per informazioni sulla visita: orari e indirizzi
Foto della Casina delle Civette 

Testo e foto di Passeggiate per Roma