giovedì 18 luglio 2013

La Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri

La storia della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri parte dalla Sicilia. 
L'esterno della Basilica
Antonio lo Duca era un sacerdote di Cefalù. Dopo aver compiuto gli studi a Roma, fu nominato maestro di canto a Palermo. Svolgeva il suo incarico in una chiesetta in disuso, dietro l’abside della Cattedrale, e qui un giorno del 1516 scoprì alcune immagini che raffiguravano degli Angeli. Erano affreschi tardo medievali di scuola sicula, nascosti fino a quel momento dalla polvere delle pareti. La notizia suscitò a Palermo un grande interesse, tanto che si costituì la Confraternita dei Sette Angeli. Antonio decise di andare a Roma per verificare se esistesse una chiesa già dedicata agli Angeli. La chiesa non esisteva e dovettero passare molti anni e molti tentativi dovette fare don Antonio prima di riuscire a farla costruire.
Un mattino dell’estate del 1541 il sacerdote ebbe una visione: una luce folgorante risplendeva dalla sala centrale delle Terme di Diocleziano, in mezzo a quella luce apparivano le figure di sette Martiri: Saturnino, Ciriaco, Largo, Smaragdo, Sisinnio, papa Trasono e San Marcello. Don Antonio ebbe così l’indicazione che la chiesa che lui voleva, doveva essere costruita lì e dedicata agli Angeli e ai Martiri.
Fu nel 1543 che don Antonio si recò a Venezia e, nella chiesa di San Marco, fu conquistato dalla bellezza di un mosaico che raffigurava Maria circondata dai sette Angeli. E’ questa immagine che, copiata in dipinto, egli riportò a Roma e che ora si trova sull’altare della Basilica. Più precisamente quelli raffigurati sono Arcangeli, i capi delle schiere degli Angeli, gli unici a cui viene concesso il privilegio di avere attribuito un nome: Michele, Raffaele, Jeudiele, Sealtiele, Gabriele, Barachiele e Uriele.
L'altare con l'immagine di Maria e degli Angeli
Finalmente, nel 1561, fu ordinata con Bolla papale la nascita della chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.
La chiesa sorse sui resti delle Terme di Diocleziano e ingloba, in particolare, la zona dove anticamente si trovava il Frigidarium. Il progetto della ristrutturazione fu affidato a Michelangelo, poi passò a Jacopo Del Duca e a Luigi Vanvitelli. Fu sempre rispettata la struttura iniziale, mantenendo anche le misure originali. Entrando in chiesa infatti la prima sensazione è quella della notevole vastità dell’ambiente.
Luigi Vanvitelli realizzò la facciata che fu rimossa all'inizio del '900 lasciando a introdurre alla Basilica un enorme "nicchione". Nel 2006 le porte lignee furono sostituite con porte di bronzo con opere di uno dei maggiori scultore moderni, Igor Mitoraj.
Il vestibolo circolare
Quando si entra in chiesa, il primo ambiente che si incontra è il vestibolo circolare. Quando era ancora parte delle Terme, quest’aula ospitava probabilmente un Ninfeo.
Il soffitto, a forma di cupola, aveva un’apertura che permetteva alla pioggia di cadere in una piscina sottostante. Durante i lavori di costruzione della chiesa fu necessario chiudere l’oculo con una lanterna, poi demolita.
Oggi l’apertura è chiusa da una strutturata colorata, donata dall’Arcidiocesi di Baltimora in occasione dell’Anno Santo del 2000.
E’ una piccola cupola divisa in 8 spicchi formati da 24 lastre di vetro colorato. La luce del sole attraversa il vetro e crea un gioco di colori sulle pareti interne del vestibolo.
Non solo. La calotta è anche uno strumento astronomico: 3 lenti montate a un’altezza diversa sulla vetrata focalizzano l’immagine del sole e fanno in modo che questa sia proiettata sul pavimento. Quindi, facendo attenzione, sul pavimento si può vedere il disco giallo-arancio, immagine del sole, che si sposta lentamente.

L’immagine raggiunge il centro del pavimento nei giorni degli Equinozi e dei Solstizi, a mezzogiorno.
Il progetto di questo particolare strumento si deve a Salvador Cuevas dell’Università del Messico.
L'organo monumentale
L'Angelo acquasantiera

L’interno della chiesa è abbellito da 8 enormi dipinti che furono trasferiti qui dalla Basilica di San Pietro nel Settecento. Inoltre vi si trovano molte altre opere.

L'organo monumentale, costruito negli anni '90 da Barthélémy Formentelli e inaugurato per il Giubileo del 2000. In legno massello di ciliegio, noce e castagno, ha 5400 canne di stagno tutte lavorate a mano.

L'Angelo acquasantiera è attribuito a G.B. Rossi, allievo del Bernini.

Santa Maria degli Angeli e dei Martiri ha il ruolo di sede delle cerimonie religiose dello Stato Italiano. A questo ruolo è stata elevata dopo aver fatto da cornice al matrimonio del futuro Vittorio Emanuele III, nel 1896.
Foto della chiesa


Un discorso a parte merita la Meridiana della Basilica.
L'immagine del sole sulla linea meridiana
La meridiana di Santa Maria degli Angeli fu costruita per il Giubileo del 1700. Fu voluta da papa Clemente XI e progettata da Francesco Bianchini che la realizzò con l’aiuto di G.F.Maraldi.
Il foro gnomone per il sole
L’importanza della meridiana stava innanzitutto nella possibilità di stabilire con estrema precisione la data della Pasqua, data da cui dipendono tutte le feste mobili della Chiesa.
Fu scelta Santa Maria degli Angeli come luogo dove costruire la meridiana perché le antiche mura davano la sicurezza della stabilità necessaria a misure accurate.
Tramite la meridiana era anche possibile misurare con esattezza il mezzogiorno e a tale scopo fu utilizzata fino al 1846.
In alto, sul muro della basilica  a circa 20 metri di distanza dal pavimento, un piccolo foro è nascosto nello stemma papale: è l’apertura che permette il passaggio di un raggio del sole che segnerà il mezzogiorno. Il raggio di sole tocca - nel momento del mezzogiorno solare - la linea della meridiana, in un punto diverso della linea a seconda della data dell’osservazione. L’immagine che si vede toccare la linea è un’ellisse.
Qui sono visibili i 2 fori gnomoni: 
quello che segna il mezzogiorno, a destra,
e quello per le osservazioni stellari, 
ora inutilizzabile,a sinistra.
Le ellissi concentriche
La linea della meridiana è una linea di bronzo lunga 44 m e inserita in una fascia di marmo che  attraversa la chiesa, a lato di questa linea si trovano le figure delle costellazioni e i numeri che indicano le stelle.
Numeri che indicano le stelle… Infatti attraverso la meridiana di Santa Maria degli Angeli era un tempo possibile fare anche osservazioni sul moto delle stelle. Era un altro il foro che permetteva questi studi, un foro che oggi non è più utilizzabile, si trovava in alto a lato della finestra dell’arco che immette al Presbiterio.
Un telescopio portatile, posto sulla linea della meridiana, permetteva le osservazioni. Il punto in cui, a mezzogiorno, la linea meridiana intersecava la linea che portava alla stella, era indicato con un numero, diverso per ogni stella.
Le ellissi concentriche che si vedono a una estremità della linea meridiana indicano la posizione della Stella polare dal 1700. Anche queste osservazioni erano fatte col foro che oggi non è più utilizzabile.
Un'avvertenza, per vedere l’immagine del sole a mezzogiorno:
Il momento in cui l’immagine del sole tocca la linea è il mezzogiorno solare vero, non quello segnato dall’orologio, ci vogliono alcune correzioni per poter vedere questo istante, correzioni un po’ troppo complicate… 
Se volete recarvi alla basilica per osservare il momento del mezzogiorno il consiglio è di dare prima un’occhiata alle tabelle che riportano il momento esatto in cui si può assistere allo "spettacolo", senza rischiare di perderlo
Tabelle del passaggio del sole sulla meridiana
Foto della meridiana
Alcuni disegni di segni zodiacali
Testo e foto di Passeggiate per Roma