mercoledì 15 maggio 2013

La Stanza di Trilussa

In fondo ad un corridoio del Museo di Roma in Trastevere si vive l’emozione di entrare nello studio privato di Trilussa.
Santa Pupa
All’interno della sala è collocata una scelta di oggetti ed elementi di arredo provenienti dalla casa-studio di Trilussa, oggetti che il poeta aveva conservato nella sua abitazione e che alla sua morte attirarono l’interesse del Ministero della Pubblica Istruzione. Il Ministro dichiarò che "lo studio del poeta Carlo Alberto Salustri […], ha interesse particolarmente importante […] per il suo riferimento con la storia della letteratura e della cultura e viene quindi sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nella legge medesima". In seguito i cimeli vennero donati dai parenti alla società Fono-Roma e da questa al Comune. 
Il piatto col "poeta a braccio"
Venne allestita nei locali del Museo di Trastevere la ricostruzione dello studio del poeta che aprì al pubblico nel 1981.
Ristrutturato nel 2000 , oggi utilizza un sistema di proiezione mostrando anche spezzoni di filmati dell’Istituto Luce con alcune rare immagini di repertorio relative al poeta. Nella stanza, tramite un proiettore rotante, vengono mostrate su quattro punti diversi delle pareti immagini di oggetti, fotografie, lettere, cartoline, giornali, disegni e filmati (tra cui alcuni di Anna Magnani che recita alcune poesie di Trilussa). Dell'archivio cartaceo fanno parte numerosissimi telegrammi, lettere, cartoline, biglietti, inviti. Alcuni confidenziali, che cominciano con "Caro Tri", altre più ufficiali che lo chiamano "Illustre maestro", carteggi con gli editori, inviti, dimostrazioni di stima e ammirazione. Vi sono inoltre documenti personali, ricevute e solleciti di pagamento, conti correnti bancari, biglietti ferroviari e navali, compiti scolastici, i contratti d'affitto e i contratti con gli editori. 
L'archivio fotografico conserva circa 1200 fotografie.
Alcuni oggetti curiosi catturano l’attenzione.
Un dipinto che raffigura Santa Pupa, nome di una santa in realtà inesistente, protettrice dei bambini quando cadono e rischiano di farsi male.
Un piatto che raffigura un poeta a braccio, replica di una incisione di Bartolomeo Pinelli "L’improvvisatore popolare" e che porta all’interno la dedica "al sommo Trilussa XXI aprile 1935".
E molti sono i ritratti, caricature, disegni a carboncino, da cui emerge il carattere ironico e la simpatia di Trilussa ma anche l’eleganza e l’affabilità dei modi e il fascino innato. 
Trilussa aveva un grande interesse per la natura. Nella stanza sono conservate le bacheche costruite personalmente dal poeta per illustrare cicli botanici e processi chimici. E sicuramente in gran conto teneva le riproduzioni lignee che gli aveva regalato il suo editore, Mondadori: grandi modelli di piante, in particolare di due piante carnivore originarie dell’America settentrionale.
Per visitare il museo: Info.

Testo di Passeggiate per Roma