Santa Pupa |
Il piatto col "poeta a braccio" |
Ristrutturato nel 2000 , oggi utilizza un sistema di proiezione mostrando anche spezzoni di filmati dell’Istituto Luce con alcune rare immagini di repertorio relative al poeta. Nella stanza, tramite un proiettore rotante, vengono mostrate su quattro punti diversi delle pareti immagini di oggetti, fotografie, lettere, cartoline, giornali, disegni e filmati (tra cui alcuni di Anna Magnani che recita alcune poesie di Trilussa). Dell'archivio cartaceo fanno parte numerosissimi telegrammi, lettere, cartoline, biglietti, inviti. Alcuni confidenziali, che cominciano con "Caro Tri", altre più ufficiali che lo chiamano "Illustre maestro", carteggi con gli editori, inviti, dimostrazioni di stima e ammirazione. Vi sono inoltre documenti personali, ricevute e solleciti di pagamento, conti correnti bancari, biglietti ferroviari e navali, compiti scolastici, i contratti d'affitto e i contratti con gli editori.
L'archivio fotografico conserva circa 1200 fotografie.
L'archivio fotografico conserva circa 1200 fotografie.
Alcuni oggetti curiosi catturano l’attenzione.
Un dipinto che raffigura Santa Pupa, nome di una santa in realtà inesistente, protettrice dei bambini quando cadono e rischiano di farsi male.
Un piatto che raffigura un poeta a braccio, replica di una incisione di Bartolomeo Pinelli "L’improvvisatore popolare" e che porta all’interno la dedica "al sommo Trilussa XXI aprile 1935".
E molti sono i ritratti, caricature, disegni a carboncino, da cui emerge il carattere ironico e la simpatia di Trilussa ma anche l’eleganza e l’affabilità dei modi e il fascino innato. Trilussa aveva un grande interesse per la natura. Nella stanza sono conservate le bacheche costruite personalmente dal poeta per illustrare cicli botanici e processi chimici. E sicuramente in gran conto teneva le riproduzioni lignee che gli aveva regalato il suo editore, Mondadori: grandi modelli di piante, in particolare di due piante carnivore originarie dell’America settentrionale.
Per visitare il museo: Info.
Testo di Passeggiate per Roma