giovedì 30 maggio 2013

Coup de théâtre

1632, studio Bernini. Il cardinale Scipione Borghese comincia a posare per un busto. Bernini schizza il disegno del profilo del cardinale, poi, pratica imparata dai Carracci, gli fa una "caricatura" forse per aiutare se stesso a evidenziare i caratteri più marcati del viso.
Gli impone di star fermo in una posa scelta? No, anzi lo invita a muoversi, ad aggiustarsi sulla savonarola, a sistemarsi la mantellina, a girarsi e addirittura gli offre del buon vino con cui brindare. Tutto mentre Bernini guardandolo muoversi, afferra l’essenza da riportare nel busto.
Il risultato … prodigioso!
Tuttavia succede un incidente. Mentre Bernini, andato via il cardinale, finisce di scolpire la fronte del busto, si crea quello che i marmorari chiamano pelo: un sottile spacco che distrugge il capolavoro. Il Maestro nasconde il fatto, con alcune scuse impedisce al cardinale di tornare nello studio e di nascosto scolpisce un secondo busto, usando il primo come modello.
Finalmente arriva il giorno tanto atteso dal cardinale: può vedere il lavoro finito. E qui Bernini trova il modo di divertirsi un po' alle spalle dell’amico e di trasformare la presentazione del busto in un vero e proprio coup de théâtre, un magistrale colpo di scena.
Il cardinale è portato davanti al busto rovinato, la levigatura ha reso ancora più evidente il taglio sulla fronte del busto, Bernini parla, loda l’opera come se nulla fosse e il cardinale, possiamo immaginare quanto interdetto, per non deludere l’amico, fa buon viso a cattivo gioco. La finzione dura un po', il cardinale viene tenuto ancora sulle spine, finché Bernini ha pietà dell’amico deluso e gli mostra il secondo busto, identico al primo ma privo di quel brutto segno sotto la berretta.
Ecco perché chi visita la Galleria Borghese trova in uno stesso salone due busti gemelli del cardinale Borghese opera del Bernini (senza però che ne sia data spiegazione). E’ vietato fotografare all’interno della Galleria, ma in rete ho trovato le foto dei due busti, quello rovinato ha lo sfondo blu.

Testo di Passeggiate per Roma